Questo blog è una raccolta disordinata dei miei appunti. Il tema principale è la storia di Roma.
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martedì 30 ottobre 2012

I ponti di Roma antica

Sin dall'antichità il Tevere a Roma era attraversato da ponti. Nella cartina seguente sono riportate le loro ubicazioni.


1) ponte Elio, 2) ponte neroniano o trionfale, 3) ponte di Agrippa, 4) ponte Aureliano o Valentiniano, 5) ponte Cestio, 6) ponte Fabricius, 7) ponte Emilio, 8) ponte Sublicio, 9) ponte di Probo 
Il ponte Elio (1) fu costruito da Adriano nel 134 per mettere in comunicazione la città con il suo mausoleo. Costruito in peperino, ebbe vari nomi: ponte Sant'Angelo, Adriano, San Pietro e Castello. Conserva attualmente dieci angeli in marmo; due di questi, in origine scolpiti da Bernini, sono stati sostiuti da copie (quello col cartiglio e quello con la corona di spine); gli originali si trovano nella chiesa di Sant'Andrea delle Fratte in Campo Marzio. Una notizia di cronaca: nell'anno santo del 1450 un parapetto crollò causando moltissimi morti.

Il ponte Neroniano o Trionfale (2) fu costruito da Nerone per l'attraversamento del fiume della via Trionfale. Forse fu costruito da Caligola per collegare il suo Circo che si trovava più o meno nella zona dell'attuale piazza San Pietro. Dal VI secolo non si hanno più notizie, i suoi resti sono visibili da ponte Vittorio nei peridi di magra del fiume.

Il ponte di Agrippa (3) (egli era il marito di Giulia, figlia di Augusto), detto anche Gianicolense, si trovava nei pressi dell'attuale ponte Sisto. Dopo il restauro del 147 ad opera di Antonino Pio, probabilmente assunse il nome di ponte Aureliano e Valentiniano (4). In effetti ad oggi non è chiaro se questi fossero lo stesso ponte oppure due opere separate. Forse il punto (3) della piantina non è il ponte di Agrippa ma i resti di una fortificazione del Medio Evo. Fu restaurato da papa Sisto IV dal quale ereditò il nome.

I ponti Cestio (5) [46 a.C.] e Fabricius (6) [62 a.C.] collegano tutt'ora l'Isola Tiberina rispettivamente verso Trastevere e verso il Campo Marzio. Il Cestio venne chiamato anche pons Aurelius, pons Gratiani, ponte di San Bartolomeo o ponte Ferrato. Il Fabricius, detto anche ponte dei Quattro Capi o pons Judaeorum, è il più antico ancora esistente. Una curiosità: il nome "Quattro Capi" pare sia dovuto ad una profonda discordia fra quattro architetti, che, incaricati da Sisto V del restauro del ponte, finirono per passare alle vie di fatto per futili motivi e, per questo, il papa, alla fine dei lavori, li condannò alla decapitazione.

Il ponte Emilio (7), detto anche ponte Rotto, risale al 179 a.C. Fu soggetto a numerose distruzioni per piene ed alluvioni, fu più volte ricostruito fino al 1598 data in cui fu per l'ennesima volta distrutto e mai più ricostruito (da qui l'appellativo di ponte Rotto). Di esso resta un'arcata nei pressi del ponte Palatino.

Dell'antico ponte Sublicio (8) non resta più alcuna traccia. La tradizione vuole che sia stato costruito da Anco Marzio (642 - 617 a.C.) e si trovava a valle dell'Isola Tiberina. Il nome deriva dal termine "sublica" cioè "tavole di legno". Il ponte era infatti costruito originariamente interamente in legno e vi è legato il mitico episodio di Orazio Coclite che da solo riuscì a frenare l’avanzata degli Etruschi di Porsenna, mentre i compagni demolivano il ponte. Anche questo ponte era costruito in legno, anche per facilitarne lo smontaggio per evitare gli attacchi dei nemici. Non ne resta più alcuna traccia. Lomonimo ponte attuale è stato costruito più a valle.

Il ponte più a valle era il ponte di Probo (9). Era conosciuto come ponte di Teodosio o ponte Nuovo. Fu costruito dall'imperatore Probo verso il 280 e collegava l’Aventino con Trastevere. Non è chiara la data della sua distruzione, oggi non restano tracce.

Nella cartina non ho riportato l'ubicazione di uno dei ponti più antichi, ponte Milvio, che è il più settentrionale. Nel Medio Evo veniva chiamato ponte Mollo. Le prime notizie si hanno a partire dal IV secolo a.C., in origine in legno costruito da un tal Molvius (da cui Milvio), fu poi ricostruito in muratura nel 110 a. C. dal magistrato Marco Emilio Scauro. Fu teatro della battaglia tra Costantino e Massenzio (312 d.C.). Il termine "Mollo" forse è una storpiatura di Molvius o forse deriva da una storia medievale ove si narra che un tal Frate Acuzio organizzò una colletta per ricostruire il ponte "il quale era per terra".



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